Erano le 5 ed Henry era seduto come al solito sulla
poltrona, dritta davanti alla tv, proprio dove si incrociavano gli angoli delle
due stanze del piccolo bilocale.
Nel lavandino piccole gocce cadevano fino a riempire la
latta rotonda di carne in scatola vuota. Minuscole particelle di grasso
gelatinoso andavano disperdendosi .
Un giorno come tutti gli altri, uno di quelli che si
dimenticano a partire dal mattino successivo, per non essere ricordati mai più.
Henry sudava, fino ad incollarsi quasi alla poltrona, tanto
era caldo.
Un estate odiosa quella del ’77.
Si alzò ed erano passate 3 o 4 ore dall’ultima volta che si
era mosso, ciondolando pesantemente verso la cucina, per un altro gelato e
un’altra soda.
In tv , in uno dei tristi e squattrinati canali locali , un
uomo anonimo, vestito a funerale, promuoveva senza troppa credibilità la :
“Linea telefonica Anti-suicidi: Evviva la Vita”.
Henry sorrise, il mento sprofondò nella gola ampia e
tremula. Affondando per le risate le dita paffute nei braccioli della poltrona.
Era divertito e triste insieme, più triste che divertito,
come sempre.
A ben vedere quelle risate apparivano spiacevoli e
isteriche, simili a convulsioni.
In sovrimpressione compare il numero della linea telefonica.
Henry ci riflette su, sono due anni che pensa fitto alla possibilità di porre
fine alla sua noiosa vita di grasso uomo solo.
Con movimenti meccanici e pesanti, allunga il braccio
destro, largo come la gamba di un uomo normale. Solleva il telefono e compone a
fatica il numero, con le dita che a malapena entrano tra un tasto e l’altro
senza schiacciarli entrambi.
Un voce di donna logorata dagli anni e dalle sigarette
risponde:
“Linea telefonica anti-suicidi evviva la vita!”.
Dopo una breve pausa Henry, riavutosi dallo sforzo del
sollevamento del telefono:
“Pronto. Mi chiamo Henry.”
“Ciao Henry” risponde la donna in maniera fredda e robotica,
come quando ci si presenta alle riunioni degli alcolisti anonimi.
“Credo di avere un problema signora..”
“Cindy” fa la voce al telefono.
“Beh Cindy, non credo di avere motivi per vivere.”
“Oh Henry, sa che sono 20’anni che sento queste stesse
identiche parole?!”.
Henry dall’altro lato della cornetta respira affannosamente
e fatica a credere alle sue orecchie.
“Mio caro Henry, potrei stare qui al telefono ore ed ore a
dirti che la vita è una cosa meravigliosa. Ma sono stanca Henry,capiscimi,
stanca. Non ho marito né figli, né fratelli o sorelle e i miei sono morti da un
bel po’,capiscimi.”
Si sente chiaramente il respiro grasso e singultico di Henry
alla cornetta.
“Non una promozione, non un uomo, non un figlio, capiscimi
Henry.”
Il ciccione sospira col suo fiato pesante.
Non crede alle sue orecchie, non è questo che si aspettava.
Così Henry trattenendo il respiro attacca il telefono
fingendo che questo dialogo non ci sia mai stato.
Il giorno dopo, pressappoco alla stessa ora del giorno
precedente Henry, con la soda e il gelato appoggiati alla destra della
poltrona, sul tavolinetto mobile di vetro fumé, accende la tv.
“La linea telefonica Anti-suicidi Evviva la Vita, piange
oggi la scomparsa della nostra veterana Cindy; Grazie per averci insegnato che
la vita è una cosa meravigliosa. Ciao Cindy.”
Il ciccione finisce la soda in una sorsata, il gelato in un
morso e pensa:
“Si la vita è una cosa meravigliosa”.
Nessun commento:
Posta un commento