Il cognac è freddo,
ne resta poco, e quel
che rimane sublimerà.
Sulla scia lasciata
dalle mosche incredule
che attraversano il
fumo dell’incenso,
mi distendo
lungo
di gambe e pensieri.
Sto bene in bilico
sul filo con sotto il tracollo
che mi sorride e
aspetta,
ma non c’è fretta
dentro agli occhi
solo qualche goccia
in tensione
tra la palpebra e
l’orbita.
Borbotta il
termosifone
parole di morte senza
lotta:
“Anche il pianto
sublimerà
così come il cognac”.
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