lunedì 21 gennaio 2013

Oltre la morte i tuoi occhi.





Oltre la siepe dei corpi
avvinghiati come radici umide,

i tuoi occhi.


Oltre cespugli di carne malata,
le mani veloci e le lingue,

i tuoi occhi.


Cadono sorrisi come stelle fredde che non mi colpiscono,
la scia gelida lasciata dietro è la mia riserva d’aria.

Si scrive meglio d’inverno infatti
quando non si trova il sole                                        e il buio aiuta a cercare le cose che non si vedono.

L’estate languisce il cervello a bagnomaria
nel sudore di pochi pensieri.

Ma oltre i pensieri
i tuoi occhi

                                                            ma oltre la morte
                                                            i tuoi occhi.


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